Il lavoro è un diritto di tutti, e questa iniziativa fondamentalmente ha l’obiettivo di far lavorare le persone, sia coloro che fanno parte dei beneficiari che coloro che prestano gratuitamente la propria opera.
Il presupposto fondamentale delle soluzioni che verranno proposte a coloro che richiederanno assistenza è che nella vita professionale la figura di Gesù è un modello di comportamento al quale ispirarsi, anche non condividendo la sua natura Divina, ma solo i principi etici che lo hanno guidato.
È importante far comprendere che l’esempio di Gesù non è una limitazione delle proprie scelte, ma è una guida fondamentale, è che fare il possibile per rispettare le regole che ci ha insegnato fa bene soprattutto a noi, e anche all’intera società.

Il modo migliore di far conoscere il Cristianesimo é dimostrare che “funziona nella vita reale” , non solo “nelle Chiese”.
È fondamentale, per la credibilità delle iniziative che verranno proposte, chiarire che coloro che partecipano non sono dei volontari, ma dei professionisti che stanno svolgendo il loro lavoro, anche se non vengono pagati; in questo modo sì eviterà anche il sospetto che si voglia nascondere il nostro interesse personale “dietro la Croce”, mentre l’obiettivo è quello di attirare l’attenzione sull’utilità pratica degli insegnamenti di Gesù, e di applicarli concretamente.

Questa iniziativa si focalizza fondamentalmente e per motivi di praticità e universalità sugli aspetti etici del messaggio di Gesù, lasciando la parte spirituale ad approfondimenti che possono avvenire al di fuori, e fornendo indicazioni a chi desidera seguire anche un percorso di tipo religioso.
Per massima precisione nel resto del testo il termine “Cristiano” dovrebbe essere sostituito da “principi morali e non spirituali del Cristianesimo”, teniamo per brevità mantenere questa definizione.
È bene precisare che nell’ottica Cristiana mettiamo al centro la Persona e non l’Azienda, di conseguenza l’obiettivo primario è quello di tutelare l’Azienda perché possa permettere alle Persone che vi lavorano di continuare a farlo, e non di far arricchire i Titolari o gli Azionisti; anche se il giusto guadagno è l’obiettivo successivo perché una Azienda che produce utili continua a far lavorare le persone.
In base alla logica che seguiamo l’ultima soluzione che verrà consigliata è quella di ridurre i costi tagliando il personale, e se così fosse -perché effettivamente non esistono altre possibilità di salvezza-, è meglio salvare 30 posti di lavoro su 40, piuttosto che chiudere.

Per ridurre il personale vi sono tanti modi per raggiungere questo risultato, rispettando la dignità delle persone che dovranno essere licenziate e aiutandole a ricostruire la propria vita.
Consideriamo le Persone come l’anima dell’impresa e crediamo che sia molto più giusto aiutarle a crescere, aumentando i ricavi di chi li impiega per garantire loro posto di lavoro, piuttosto che focalizzarci su come “liberarsene”.

Il termine “Risorse Umane” è veramente uno schifo, possiamo concepire le risorse idriche, quelle naturali, energetiche ( che vanno sfruttate e rispettate ), ma chi ha un cuore è una Persona, non una “risorsa” da utilizzare.
Al di là delle iniziative specifiche a favore di un’Azienda, una iniziativa come questa deve anche promuovere i punti di vista Cristiani espressi precedentemente a livello della società, perché il sistema economico che si sta sviluppando ha al centro solo interessi di profitto, e le Persone sono viste solo come “risorse” oppure “Clienti”.
Se il risultato di questo progetto fosse solo una persona in più che trova lavoro, si potrebbe già essere soddisfatti perché il lavoro è Vita.
Le piccole e micro imprese spesso sono l’intera vita dell’imprenditore che le ha create, e perderle per Lei / Lui é non solo un problema economico, ma anche una sconfitta personale che spesso devasta l’intera famiglia e a volte anche altre.

Questa affermazione è ancora più attuale perché sono stato un amico fino a qualche giorno fa della persona che ha ucciso fa l’ex-convivente in Via Colombo a Genova, e ho visto il suo declino psicologico e sociale, dopo che è stato costretto a chiudere la sua attività di posatore di parquet.
Non sostengo certo che forse un meccanismo come quello proposto avrebbe potuto aiutarlo, perché aveva anche altri problemi, ma nel futuro i problemi come i suoi saranno sempre più comuni; e il Parroco che lo conosceva bene ha dichiarato di sentirsi in colpa per non avergli parlato poco prima che commettesse l’omicidio.

L’auspicio è che le Aziende cha hanno ricevuto un aiuto nei momenti di difficoltà possano essere disponibili, una volta risanate, ad aiutare le Persone che hanno necessità; in modi diversi, anche non necessariamente assumendoli direttamente, ma ad esempio aiutandoli nella formazione o nella creazione di un network di contatti che permetta loro di trovare lavoro.
Con tutto il rispetto che abbiamo per le Cooperative Sociali ( Quelle vere, perché alcune sono solo delle schiavitù lavorative legalizzate ) è preferibile l’assunzione da parte di una Azienda classica per le migliori possibilità di carriera e trattamento economico.

Di Staff