Questo progetto nasce specificamente per sostenere le donne tramite l’aiuto di altre donne; il sistema utilizzato è quello dei Teams, un approfondimento delle modalità di intervento con questa metodologia è presentato nel sito alla homepage smart-help.eu al quale si rimanda per approfondimenti.

Target destinatarie dell’aiuto

Il Target principale è costituito da donne che sono in situazioni di forte difficoltà, hanno necessità di un aiuto personalizzato, e di poter condividere le proprie esperienze personali a livello più approfondito con altre donne; problemi che è molto difficile rivelare a persone di sesso diverso.

Partecipanti al Team e Vantaggi per chi fa Volontariato

Coerentemente con l’obiettivo della attività in Teams, che è anche quello di favorire il più possibile coloro che prestano gratuitamente il proprio servizio, nel caso di questi interventi l’obiettivo è di massimizzare l’effetto network e di solidarietà tra le donne che  fanno volontariato.

Anche se le opportunità dovrebbero essere uguali per ogni sesso, soprattutto a livello lavorativo le donne hanno una grande necessità di rimanere collegate le une con le altre perché spesso la nascita e la cura dei figli o la responsabilità della famiglia e dei parenti più anziani, ricadono sulle loro spalle, riducendone sia le possibilità di carriera che le occasioni di lavoro, essendo obbligatoriamente più limitate nella scelta di modalità e di orari.

Vista la delicatezza e la complessità delle problematiche che potrebbero presentarsi, è fondamentale che partecipino a questi Team, o siano facilmente contattabili, almeno una donna appartenente alle Forze dell’ordine o settore della Giustizia, un Avvocato, un Medico / Psicologa e una persona che appartiene alla Pubblica Amministrazione, al fine di avere velocemente è facilmente i consigli necessari per operare.

Il rapporto di fiducia che si può venire a creare con donne più “forti” psicologicamente può aiutare chi è assistita a far valere le proprie ragioni, ad esempio nel caso di violenza domestica o sfruttamento lavorativo.

L’auspicio è che chi decide di offrire il proprio aiuto agli altri non si trovi mai ad avere bisogno di assistenza; purtroppo la vita è imprevedibile e nel caso di difficoltà in famiglia, spesso sono le donne a doverne affrontare le conseguenze maggiori;  far parte di una rete concepita per aiutare gli altri può essere utile in un momento di difficoltà personale, non necessariamente economicamente, ma soprattutto dal punto di vista psicologico ed organizzativo.

 

Obiettivi e Tipo di sostegno

Una attività di aiuto svolto in Team permette di effettuare meno interventi, ma con molta maggior forza; generando una vera svolta nella vita delle persone, piuttosto che permettere  loro di continuare a chiedere il “pane quotidiano” senza obbligarle a risollevarsi;  il rischio è che  aiutarle diventi una forma di “assistenzialismo eterno” che, tra l’altro, sottrae risorse ad altre che ne avrebbero ugualmente diritto; paradossalmente così si aiuta non chi ha più bisogno, ma chi riesce ad essere la “prima della coda” e a rimanerlo….

Conseguentemente l’attività di questi Team è ancora più legata a strutture come i Centri di ascolto e le altre organizzazioni dedicate al mondo femminile, perché spesso il supporto motivazionale ha necessità di un aiuto concreto immediato, ed è quindi necessario stabilizzare la persona a livello economico, per poterle permettere di guardare con un po’ di ottimismo al futuro.

La partecipazione a questi Teams anche da parte di Imprenditrici  e Professioniste può facilitare l’aiuto per chi è in difficoltà a trovare lavoro, estremamente difficile attraverso la semplice risposta agli annunci; l’appartenenza a uno stesso gruppo, seppur in ruoli diversi, può favorire la conoscenza e la fiducia che sono la premessa fondamentale per un’offerta di lavoro decoroso, che a volte viene rifiutato quando si apprende che chi lo richiede è in situazione di difficoltà, e viene automaticamente “scartato” perché potrebbe presentare un problema.

Capita spesso che nei momenti di emergenza, quando un familiare si ammala è la donna che è costretta rinunciare di più, a volte anche al lavoro stesso,  per poterlo assistere,  avendo poi molta difficoltà a tornare nel circuito lavorativo; va particolarmente segnalato l’obiettivo di favorire l’imprenditoria femminile che può creare posti di lavoro più in sintonia con le necessità personali delle assistite..

Purtroppo le conseguenze del Covid a livello lavorativo e familiare per le donne sono ancora maggiori, anche perché ha causato un aumento dei divorzi e delle separazioni, che incide ancora più negativamente sulla loro qualità di vita.

Va purtroppo evidenziato il fatto che nel caso di separazione viene scaricato sulle madri in peso maggiore, rispetto alle responsabilità che dovrebbero essere comunque condivise, generando stress e difficoltà che danneggiano ancora di più i figli, che si sentono vittime o inconsciamente responsabili della situazione; una rete di supporto potrebbe alleviare problemi non solo organizzativi, ma anche psicologici.

La donna è ancora più in difficoltà quando è la sola responsabile di bambini piccoli, che non sempre sono facili da gestire, soprattutto se è da sola e priva di un supporto familiare; a questo scopo si potrebbe pensare alla creazione di “Team di Nonni” che possono offrire un aiuto gratuito alle mamme nella custodia dei bimbi, o nell’andare a prenderli a scuola nelle situazioni di emergenza.

L’intervento del Team obbliga le persone assistite a scegliere se essere aiutate fino in fondo e impegnarsi o perdere l’assistenza, mentre in assenza di una scelta chiara la tendenza è di “aspettare che arrivi la manna dal cielo” perché si ha un tetto sulla testa e un pasto assicurato.

È‌ ‌importante‌ ‌notare‌ ‌come ‌la‌ ‌partecipazione‌ ‌del‌ ‌Team‌ ‌a ‌un‌ ‌progetto‌ ‌di‌ ‌aiuto‌ ‌che‌ ‌è‌ ‌già‌ seguito‌ ‌in‌ ‌via‌ ‌principale‌ ‌da‌ ‌un’altra‌ ‌organizzazione‌ ‌ ( come‌ ‌un‌ ‌Centro‌ ‌di‌ ‌ascolto‌ ‌) solleva‌ ‌quest’utlima da‌ ‌una‌ ‌parte‌ ‌di‌ ‌responsabilità‌ ‌perché‌ ‌la‌ ‌persona‌ ‌assistita‌ ‌si‌ ‌renderà‌ ‌conto‌ ‌di‌ ‌avere‌ dei‌ ‌limiti‌ ‌nelle‌ ‌sue‌ ‌richieste‌; ‌più‌ ‌difficili‌ ‌da‌ ‌ far rispettare quando‌ ‌i‌ ‌Volontari‌ ‌e‌ l’Assistitoa si‌ ‌conoscono‌ ‌( purtroppo‌ )  ‌da‌ ‌anni‌ ‌e‌ ‌l’aiuto‌ ‌ricevuto‌ ‌diventoa ‌ormai‌ ‌un‌ ‌”diritto‌ ‌acquisito‌”

‌Se‌ ‌invece‌, soprattutto‌ ‌quando si avviano ‌nuovi‌ ‌rapporti‌ ‌di‌ ‌aiuto‌, ‌viene‌ ‌chiarito che ‌si‌ può‌ ‌fornirne‌ ‌uno‌ minimale‌ ‌a‌ ‌cura‌ ‌del‌ ‌Centro‌ ‌di‌ ‌riferimento‌ ‌primario‌, e ‌aggiuntivo‌ ‌una‌ ‌tantum‌ ‌da parte del Team, la‌ ‌persona‌ ‌assistita‌ avrà‌ ‌più‌ ‌difficoltà‌ ‌a‌ ‌pretendere‌ ‌quello che ‌aspetta‌ ‌non‌ ‌solo‌ ‌a‌ ‌lei‌.

Un altro settore di intervento auspicabile è quello a favore delle adolescenti, in modo particolare di origine straniera, che mancano della rete di supporto familiare di quelle italiane.

Va sottolineato che è necessario che il lavoro venga svolto in Team, evitando che si crei un attaccamento troppo forte con una singola Volontaria, perché altrimenti si forma un meccanismo di dipendenza psicologica che è difficilmente reversibile, ed è il contrario di quello che si voleva ottenere.

E’ fondamentale chiarire che l’aiuto viene offerto per un tempo limitato, altrimenti si ottiene quasi con certezza il risultato che chi viene assistita si senta tranquilla e di “Essersi sistemata per l’eternità perché c’è qualcuno che la mantiene”.

Un’altra problematica molto forte per le donne sole, soprattutto se immigrate, è quella dell’abitazione; una struttura come quella dei Team potrebbe rendere più facile l’organizzazione di abitazioni condivise, dove queste Mamme si possono aiutare tra di loro, eventualmente costituendo delle forme di garanzia per gli affitti per tranquillizzare i proprietari.

Il Team in questo caso è ancora più necessario perché chi utilizza spazi condivisi, anche forniti gratuitamente, ha necessità di un aiuto più forte per uscire dalla situazione, altrimenti rimane “tranquilla” fino a che non viene sospeso l’aiuto.

In modo particolare una soluzione proposta potrebbe essere quella del “Progetto Casa Insieme”  descritta nell’articolo

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Di Staff